Sesso e trasgressione in vacanza

   16/01/2008
  
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Da qualche anno abbiamo acquistato una casa al mare, nella quale io e mio marito spesso trascorriamo il mese di agosto con nostro figlio Marco. Lui quest’anno avrebbe voluto andare in vacanza da solo con un paio di amici, ma noi non ci fidiamo ancora a mandarcelo. Marco ha sempre frequentato ragazzi più vecchi di lui, dal momento che sia fisicamente che intellettualmente è molto più maturo di un ragazzo della sua età. So che se la caverebbe benissimo anche da solo in giro per l’Europa, ma in questo periodo sono anche diventata una madre apprensiva. Sì, è proprio così, anche se un po’ mi dispiace.
Siccome Marco non ha accettato di buon grado di venire in vacanza con noi abbiamo cercato un modo per alleviargli la noia della villeggiatura. Abbiamo così deciso di invitare a trascorrere con noi qualche giorno Francesco, un ragazzo che nostro figlio ha conosciuto in Parrocchia e che ha qualche anno più di lui.
Questi è il figlio che ogni madre sogna: modi gentili, in regola con gli esami all’università (fa ingegneria), sportivo e dai molti interessi. Devo inoltre aggiungere che il fatto che sia rimasto orfano di padre a soli sedici anni lo ha reso molto più maturo degli altri ragazzi della sua età, al punto che oggi dimostra molti anni di più dei suoi ventidue.
Marco nei giorni che l’amico ha trascorso con noi non si è certo annoiato, mentre il problema delle lunghe giornate noiose ha toccato me. Mio marito, infatti, va volentieri a pescare, per cui quando siamo al mare trascorre diverse giornate fuori casa. Si alza alla mattina alle cinque per rientrare alla sera, e spesso dopocena non vuole nemmeno uscire e se proprio accetta di uscire torna molto presto.
Così infatti è accaduto la notte di ferragosto. Come al solito il responsabile dello stabilimento balneare che ogni anno frequentiamo ha deciso di organizzare la grigliata di ferragosto in spiaggia, alla quale noi con le altre famiglie da anni partecipiamo. Siamo sempre il solito gruppetto, da molto tempo. I nostri mariti organizzano grigliate ed escursioni estive assieme discutendo dei nuovi acquisti delle squadre di calcio, mentre noi mogli ci ammazziamo nella calura estiva cercando di abbronzarci ed abbandonandoci a chiacchiere sulle nostre case e sui nostri figli, naturalmente cresciuti assieme. Lo stesso copione si ripete tutte le estati.
Mio marito naturalmente è uno dei più attivi del gruppo, è lui che pesca il pesce per la grigliata, è lui che cucina ed è lui che tutti gli anni va a dormire presto stravolto dalla stanchezza. Così noi ogni anno siamo già a letto alle undici perdendoci quasi tutta la festa di ferragosto. Quest’anno le cose sono andate in modo differente.
Come al solito alle dieci e trenta mio marito baciandomi sulla guancia mi ha sussurrato all’orecchio:
– Beh io vado, domattina mi alzo presto. Sai ho promesso a Marco di accompagnarlo in mare con me per la prima volta. Faresti bene a venire a letto anche tu. Mi sembra che tu abbia bevuto.
– Dai per questa sera voglio godermela un po’ di più.
– Ok, ma mi raccomando.
Mio marito è così andato a dormire lasciandomi con Marco che stava molto vicino ad Elisa, una ragazzina che gli è sempre piaciuta, e con Francesco che, armato di chitarra, stava tenendo banco. Un paio di ragazzine se lo mangiavano con gli occhi e a dire il vero anche un paio di mamme.
Ha suonato per un’ora la chitarra con tutta la spiaggia che cantava in coro e poi come al solito è nata l’idea di ballare. Il figlio del gestore dello stabilimento si è improvvisato Dj e la spiaggia è diventata una pista da ballo.
Mio figlio è stato uno dei primi ragazzini a sparire tra le sdraio, ma questa volta non me ne sono curata per nulla.
Anche perché nel frattempo si era passati dalla musica da discoteca al revival anni ’60, ed io, sorprendendo un po’ tutti, mi sono fatta trovare in mezzo alla pista a ballare. Un po’ l’alcool ed un po’ l’euforia, repressa da giorni di noia, mi hanno regalato, devo dire, una bella serata.
Ad un certo punto mi sono trovata abbracciata a Francesco avvolta in un ballo lento. Ho sentito quel brividino lungo la schiena che non sentivo da tempo. Ero eccitata. Il suo fiato sul collo, le sue braccia, il modo di ballare. Tutto. Ad un certo punto mi ha sussurrato all’orecchio
-Signora non la facevo così piena di vita
– Cosa vuoi, si vive una volta sola.
Ho risposto ridendo e pentendomi subito di quella che poteva essere presa come un’allusione.

Il resto della sera l’ho passato pensando al brivido che mi aveva regalato quel ballo. Tornammo a casa io Francesco e Marco a fine serata, ed io avevo un forte mal di testa. Caddi subito nel letto non svegliandomi se non a mattina inoltrata.
Il sole penetrava da uno spiraglio della tapparella, andando a depositarsi con un raggio proprio sulla mia faccia. Sentivo la bocca amara e male un po’ dappertutto. Mi alzai da letto trascinandomi in bagno. Avevo dormito solo con le mutandine e il reggiseno. Scesi in cucina per farmi un caffè, ancora stordita e vi incontrai Francesco, che subito girandosi e ridacchiando mi disse:
-Non che io non gradisca, signora, ma le è uscito un seno dal reggipetto.
Solo allora, imbarazzatissima, capii che mi ero mostrata completamente nuda al ragazzo, e realizzai anche che, siccome mio marito e Marco erano fuori a pesca, sarei rimasta tutto il giorno con Francesco.
Mi misi al volo un prendisole appoggiato sulla sedia in cucina, mentre il giovane non smetteva di sghignazzare e mi riassettai alla bene e meglio.
Il caffè che mi servì Francesco servì un po’ a farmi riprendere, assieme al succo di arancia per lenire la mia sete post sbornia.
Dopo di ché facendomi più sicura chiesi:
– Per oggi qual è il programma?

Finimmo in una spiaggia quasi deserta che conosceva il ragazzo. Prendemmo il sole, giocammo in acqua e io mi sentivo ritornata all’adolescenza. Quell’adolescenza che non avevo mai potuto vivere. Verso le tre, spinti dalla fame, siamo andati a mangiare la focaccia in un botteghino della vecchia città dove fanno la focaccia come un tempo. E poi abbiamo terminato la serata passeggiando sulla spiaggia.
E’ stato lì che ho sentito una mano insinuarsi dietro la mia schiena, e mi sono abbandonata con la testa sulla spalla del ragazzo. Sapevo di scivolare verso l’inferno e che quello che stavo per fare non era giusto, ma ormai avevo deciso di calcare una strada irreversibile. Volevo tutto ciò che mi era sempre stato precluso in questi anni: rischio, trasgressione, giovinezza.
Praticamente senza parlare siamo finiti in una spiaggia con una grotta riparata e protetta, dalla quale si sentiva il rumore del mare. Lì abbiamo capito di essere in un mondo protetto, dove non contava la mia età e la sua, dove mio marito e mio figlio non esistevano, dove eravamo solo due corpi che scivolano uno dentro all’altro. Il suo alito caldo mi ha così investito la bocca, ci siamo lasciati cadere per terra. Ho sentito le sue mani percorrermi ogni piega del corpo, e il mio corpo ormai da tempo addormentato risvegliarsi sotto i tocchi del suo nuovo demiurgo. E poi l’ho sentito frugare con la lingua, prima sui miei seni, poi mordicchiarmi i capezzoli, poi dove nessuna lingua andava da tempo. L’ho sentito stuzzicarmi e il mio corpo si bagnava.
Gli ho sussurrato:
– Vieni piccolo.
E l’ho baciato in bocca. Poi sono scesa in basso dove l’uomo sa sempre un po’ di mare e l’ho baciato. Ho trattenuto il respiro, succhiato fino a quando non ho sentito il liquido caldo e insapore attraversare la mia bocca. E poi un bacio ancora appassionato con le nostre bocche che sapevano di sesso, prima di abbandonarci alla totale dannazione: un amplesso dapprima al ritmo del mare, poi sempre più veloce, lui dentro di me come l’onda con la spiaggia, fino allo scoppio. Liquido caldo in me e le nostre urla che salivano al cielo, prima di sancire con l’ultimo bacio il nostro peccato. Siamo tornati a casa. In silenzio, tentando di fissare a memoria quanto era appena capitato e che forse non si sarebbe ripetuto. Scroscio dell’acqua nella vasca. Mi sono lavata. Come se avessi voluto con quel gesto cancellare il senso di colpa per aver dato il comando alla passione una sola volta in vent’anni di matrimonio. Poi abbiamo mangiato tutti e quattro. Non siamo usciti. Mio marito e mio figlio erano stanchi. Siamo andati tutti a letto.
Appena c’è stato silenzio e tutte le luci spente, ho abbracciato mio marito
-Mi ami gli ho chiesto?
-Ma certo cara
E si è girato dall’altra parte.
La mattina dopo Francesco è partito. La degna conclusione di un’ avventura estiva successa ad un’ adolescente.
Ora io sono tornata in città da quindici giorni e in tutto questo arco di tempo non ho ancora deciso se vorrò reincontrarlo da sola.

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