Orgia con amica culona
Lara è una donna di cinquant’anni,non bella, anche se presumo che in gioventù lo sia stata.
Piuttosto grossa, i seni pesanti ed un culone notevole. Mi è stata presentata,circa sei mesi fa, da un amico che l’ha avuta come collega di lavoro alcuni anni addietro e che, già da allora, la scopava spesso e volentieri.
Era inverno quando Stefano mi ha telefonato dicendomi che sarebbe passato a trovarmi con una sua amica. Io ero in casa a fare alcuni lavoretti e li ho ricevuti così come stavo, con una tuta da ginnastica sotto la quale non portavo neppure le mutande.
Dopo un caffè e quattro chiacchiere, ho appreso che da molto se la intendevano e che lei, che ora faceva la rappresentante, cercava sempre qualche occasione per assentarsi da casa e per finire con lui in qualche squallido alberghetto.
Mentre lei si era allontanata un attimo per andare in bagno, Antonio mi fece capire che , se volevo, potevamo giocarci un po’ insieme. Gli dissi che non mi piaceva, che non era affatto il mio tipo.
-Come vuoi – disse lui – ma sappi che ti perdi un’esperienza coi fiocchi!-
Questo mi fece pensare che, forse, valeva la pena provarci e glielo dissi.
Quando lei tornò dal bagno e si sedette di nuovo sul divano tra noi due, Antonio le mise una mano su una coscia e le chiese che cosa volesse fare. Le sarebbe andato di fare l’amore con noi?
Dapprima lei fece un po’ di storie; disse che, in fondo, mi conosceva appena…
Ma quella sua ritrosia, per nulla convincente, mi stava visibilmente eccitando. Lei se ne accorse e infilò la lingua nella bocca di Stefano mentre con la mano destra cominciò ad accarezzare il mio cazzo duro da sopra il tessuto della tuta.
Io allentai il laccio che mi stringeva in vita i pantaloni e lasciai che fosse lei a tirarmelo fuori. Poi staccando la bocca da quella del mio amico, si dedicò a succhiarmelo avidamente. Sentivo la sua lingua calda scorrere sulla mia cappella mentre la mano mi accarezzava i testicoli. Stefano, intanto, si era sbottonato i pantaloni e li aveva calati intorno alle caviglie. Il suo cazzo era assai più piccolo del mio e, notai, non del tutto rigido. Lui però cercò di allargarle le cosce e scostandole le mutandine di lato di infilarglielo nella fica. La posizione di lei, piegata sul mio cazzo, non consentiva movimenti così liberi ed io proposi di spostarci tutti sul letto. In un attimo eravamo nudi e mentre Stefano, finalmente, la stava scopando in fica, io avevo avvicinato il mio cazzone duro alla bocca di Lara affinché riprendesse a succhiarmelo. La scena mi eccitava e presto le riempii la bocca con un getto di sborra calda che lei, golosamente, ingoiò.
Antonio, nel frattempo, si agitava furiosamente in mezzo a quelle grosse cosce e d’improvviso lo sentii gemere e venirle nella fica. Ma lei, ancora, non aveva goduto e continuava a muovere il bacino supplicandoci di farla venire. Fu Antonio di nuovo ad accovacciarsi e a cominciare a leccarle la fica grondante. Questa scena mi fece tornare l’eccitazione e vidi il mio cazzo inturgidirsi di nuovo.
Mi avvicinai all’orecchio di Lara e le dissi:
-Adesso ti voglio inculare…-
-Un’altra volta – fece lei –e per placare la mia voglia prese a masturbarmi e a spompinarmi di nuovo.
Dopo poco, sentii che il suo corpo si irrigidiva e cominciava ad ansimare sempre più forte. Capii che la lingua di Stefano stava facendo l’effetto sperato e, dopo un attimo, lei si sciolse in un orgasmo che la fece urlare come una maiala in calore.
Fu allora che anche il mio desiderio cominciò a liquefarsi e tirai fuori il mio pene dalla sua bocca per sborrarle sulla faccia.
Restammo un po’ a riposarci e a chiacchierare, poi loro se ne andarono via ed io rimasi a pensare che, sì, mi ero divertito abbastanza.
Il giorno successivo, tornando dal lavoro, trovai un messaggio nella segreteria telefonica. Era di Lara che mi chiedeva di richiamarla.
Lo feci e lei mi disse che era stata felicissima di conoscermi e che non aveva dimenticato la promessa fattami.
-Ci sto pensando da ieri- disse.
-Ti riferisci alla mia voglia di incularti? –
– Si, a quella. Ne avrei tanta voglia….-
– E allora perché non hai lasciato che lo facessi ieri?-
-Perché volevo essere in ordine,capisci? E adesso lo sono!-
Capii, naturalmente,a cosa si riferiva. La immaginai seduta sul water a spararsi un clistere dentro il culo per essere pronta a prendere il mio bastone di carne fino in fondo al suo budello.
-Posso venire a trovarti – mi chiese?
Sentivo già il mio uccello, duro come una pietra, gocciolare linfa vischiosa nelle mutande.
-Ti aspetto – risposi. E riattaccai.
Mezz’ora dopo suonò al citofono, la feci salire e non ebbi neppure il tempo per chiederle se volesse qualcosa da bere; iniziò subito a spogliarsi ed a spogliare me, passandomi la lingua da capo a piedi.
Mi chiese di sdraiarmi sul letto a pancia in su e cominciò a leccarmi tutto iniziando dai piedi. Indugiò sul cazzo con un desiderio ed una voluttà che mi fecero temere di sbrodarle di nuovo in bocca prima che potessi prendermi quel culo immenso.
La scostai e la feci inginocchiare davanti a me. Vedevo le sue grandi natiche vibrare mentre le davo delle sonore pacche. Le spalancai divaricandole con i pollici e le osservai quel buco del culo grinzoso e umido.
-Bagnamelo un po’ – mi disse – con la tua saliva-
Cominciai così a leccarle il culo fino a sentire il muscolo rilassarsi e allargarsi davanti a me. Immaginai che stesse spingendo, come se volesse defecare, perché si aprisse e si mostrasse ai miei occhi.
-Inculami adesso- disse
Presi allora la mia verga e sputai un po’ di saliva sulla mia cappella. L’accostai al suo retto e cominciai a spingerlo dentro quanto più possibile.
Non un lamento, solo un lungo, intenso, mugolio di piacere. Quando le mie palle le toccarono le grandi labbra, quando il mio cazzo scomparve completamente nel suo culo accogliente, lei iniziò a masturbarsi mentre io, da dietro, pregustavo già il momento in cui le avrei scaricato in corpo il succo delle mie palle.
Mentre la inculavo, con le mani le strizzavo i seni e le tormentavo i capezzoli. Ad ogni pizzico la sentivo trasalire. Il dolore la eccitava ancora di più. Allora, a mano aperta, cominciai a sculacciarla; grosse manate sulle natiche e ad ogni schiaffo la sentivo fremere. La pelle colpita stava diventando rossa e sensibile ed ogni nuova sculacciata sembrava darle rinnovato piacere. D’un tratto cominciò a tremare come una foglia, si irrigidì e sbrodò tutto il suo piacere sul letto insieme ad uno schizzo incontrollato di urina.
Spinsi allora il mio cazzo con maggior vigore dentro di lei.
-Dimmi cosa vuoi! Dimmelo! – le ordinai
-Sborrami nel culo, riempimi il culo del tuo sperma caldo, schizzami dentro!- urlò
Ed io, non potendo più trattenermi, cominciai a scaricare il mio cazzo dentro di lei grugnendo come un maiale e stringendole le natiche con le mani.
Quella fu la prima di tante successive inculate che Lara ha continuato a regalarmi in questi sei mesi, ed ogni volta quel suo culo smisurato viene riempito dal mio sperma con godimento di entrambi.