Sesso lesbo in auto

   12/02/2008
  
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Tutto è cominciato poco più di 3 anni fa… mi ero lasciata da qualche mese con il mio ragazzo, l’ennesima delusione, ero decisamente giù di morale e priva di entusiasmo.
Fortunatamente per me ho un’amica eccezionale, che mi è sempre stata vicina nei momenti difficili come questo, spronandomi a superare la cosa e trascinandomi letteralmente fuori di casa quasi tutti i giorni e tutte le le sere. In quel periodo quel che contava era divertirsi e fare le cretine insieme.
Il nostro rapporto si è consolidato molto più di quanto lo fosse già.
Durante il rientro da una di queste serate, ci siamo fermate nel parcheggio vicino a casa mia come facevamo di solito per le ultime chiacchiere serali durante le quali ci siamo lasciate andare ad alcune confessioni.
Tra un discorso e l’altro, siamo finite inevitabilemente a parlare di ragazzi e a forza di parlarne male e un po’ per effetto dell’alcol che avevo bevuto, le ho confessato di aver avuto un’ esperienza saffica con una mia amica qualche tempo prima.
Lei sul momento ci rimase un male, o almeno interpretai il suo silenzio in quel modo… conoscendola non l’avevo mai vista restare senza parole, poi inaspettatamente con tono serio mi domanda:”chi è questa amica?” Allora fui io a rimanere sorpresa, dal suo tono sembrava quasi arrabbiata… anche se, a dirla tutta, non ero troppo lucida per cogliere le varie sfumature di quella domanda.
Non senza un po’ di difficoltà, le ho detto chi era l’altra ragazza, le ho spiegato che comunque lei non la conosceva perchè era di una compagnia diversa, spiegandole … quasi giustificandomi che era stato solo un episodio singolo, così per provare, che era capitato e… Più parlavo, più l’alcol non mi faceva capire che stavo peggiorando la situazione, ero confusa ma consapevole di averla delusa in qualche modo.
Continuava a tenere le mani sul volante e lo sguardo fisso avanti nel vuoto con un’espressione seria, quasi di rimprovero.
Non sapevo cosa dire e lei non mi parlava… non avrei mai e poi mai immaginato che avrebbe reagito così, non avrei mai creduto che lei, la mia migliore amica, la ragazza che conoscevo da una vita, forte, decisa, sicura di sè, con la risposta sempre pronta e soprattutto disposta a scherzare su tutto, mi avrebbe giudicata così duramente.
E mentre pensavo in modo caotico a queste cose, un suo movimento mi fece sollevare lo sguardo verso di lei e in un attimo mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie.
Fu un bacio intenso e carico di emozioni contrastanti: io inizialmente, presa alla sprovvista, non contraccambiai e lei, accorgendosene, si distaccò da me, poi la guardai e vidi nei suoi occhi qualcosa che mi fece letteralmente perdere la testa… allungai le mie mani sul suo viso e la riportai verso di me.
Ci siamo baciate intensamente per un tempo che non saprei quantificare e la sensazione che provai in quel momento fu di assoluta perdizione; le nostre lingue si toccavano, le nostre labbra si strusciavano e le mani cominciavano a farsi strada con carezze prima superficiali, poi sempre più audaci.
Improvvisamente una macchina di passaggio ci fece sussultare, entrambe ci fermammo e la seguimmo con le sguardo finchè non si allontanò. Mi voltai verso di lei e in un momento di lucidità le chiesi: “ma… sei sicura?” la sua risposta fu decisa e infraintendibile questa volta, mi disse di stare zitta e ricominciò a baciarmi.
Riprese a toccarmi con quelle sue mani stupende facendosi strada sotto il mio giubbino di jeans, ma restando comunque sopra il vestito, percorrendo il mio fianco destro dalla coscia a salire fino a sfiorarmi il seno di lato per poi passare dietro la spalla e riscendere di nuovo. Mi accarezzava in modo anche deciso, ma senza spingersi dove in quel momento avrei tanto voluto che andasse.
Le sue mani esitavano, non riusciva a prendere l’iniziativa e a quel punto le afferrai un polso e le portai la mano sul mio seno; si fermò un istante, come sorpresa, poi schiuse il palmo e me lo afferrò con decisione provocandomi un fremito di piacere. Non ricordo di aver più respirato nei minuti successivi, era come se non ci fosse più nient’altro a parte noi due. Rumori, luci, macchine di passaggio… era tutto sparito, in quel momento nemmeno mi rendevo conto di dove fossi e del tempo che passava.
Quelle mani mi fecero perdere il senso della realtà a tal punto che mi fu impossibile dire o fare qualunque cosa.
La sua mano ora era pìu audace… si era insinuata nella scollatura del vestito fin sopra al reggiseno per abbassarlo; ora il mio seno destro era quasi al vento, se non fosse stato per quel poco di vestito che ancora mi copriva. Sentivo diminuire l’intensità dei suoi baci , forse per concentrarsi su quello che stava facendo e sentendo. Si distaccò dalla mia bocca e cominciò a scendere sul mio collo verso ciò che aveva appena scoperto, non scese oltre, si fermò sul collo, ma sentivo che mi stava guardando e la cosa mi piaceva. Dalla sua esitazione intuivo che non si sarebbe spinta oltre senza una conferma. Quando stava per risalire, presi l’iniziativa, la allontanai da me rimettendola con le spalle sul suo sedile e immediatamente portai le braccia dietro la schiena e mi sfilai il giubbino. Capii da come mi guardava che anche lei voleva andare oltre, mi tolsi allora il reggiseno, ma non il vestito. Non feci in tempo a finire che la vidi infilarsi tra i due sedili per andare a sedersi dietro. In un attimo ero dietro anche io, seduta sulle sue gambe… era uno di quei momenti imbarazzanti di stallo in cui nessuna delle due prendeva l’iniziativa, i nostri sguardi erano bassi, almeno il mio lo era, ma, pur non vedendola negli occhi, capivo che anche lei non mi stava guardando direttamente.
Guardavo le sue mani sui miei fianchi che mi tenevano, mentre le mie erano appoggiate sui suoi avambracci. Lei cominciò un lento movimento come se mi massaggiasse o meglio accarezzasse i miei fianchi, scivolando sul vestito su e giù e ogni movimento era sempre più lungo, finchè con l’ultimo movimento verso l’alto le mie mani l’aiutarono, incitandola a continuare a salire.
Entrambe avevamo lo sguardo sulle nostre mani che, salendo, ci fecero inevitabilmete guardare in viso a vicenda; a questo punto feci scivolare le spalline del vestito dalle mie spalle rimanendo seminuda davanti a lei, sfilai i gomiti dalle spalline e abbassai il vestito il più possibile. L’iniziativa passò a lei… scese con le mani dalle spalle scivolando lentamente, arrivò ai miei seni e me li toccò entrambi con le mani ben aperte da sotto, soppesandoli, ma avvolgendoli saldamente, sentivo i suoi polpastrelli premere dolcemente e in modo alternato come a sentirne la consistenza.
Io posso solo dire che quel bellissimo tocco produsse in me un livello di eccitazione enorme. Emettevo dei lunghi sospiri di piacere, che non facevano altro che aumentarlo in quanto ogni respiro si tramutava in una stretta delle sue mani sul mio seno. Non potevo resistere molto in quel modo (non che volessi resistere), ma sentivo il cuore che batteva forte, più forte del solito. Mi abbandonai completamente alle sue mani, chiusi gli occhi e portai le mie mani sul suo viso accarezzandole prima le guance, poi la fronte e le labbra. Sentivo i suoi baci sulle mie dita, poi, tirandosi su con la schiena, si staccò dal sedile fino ad arrivare con la sua bocca ai miei seni scoperti.
Il contatto delle sue labbra con il mio capezzolo sinistro mi eccitò a dismisura… sentivo la sua lingua inumidirlo e le sue labbra stringerlo dolcemente mentre la sua mano continuava a stringere il mio seno. Mi abbandonai sul retro dello schienale del sedile davanti rimanendo completamente in balia delle sue attenzioni; mi baciò a lungo portando la mia eccitazione a livelli imbarazzanti, volevo ricambiare le sue attenzioni, ma al mio tentativo di portare le mia mano sul suo seno, mi ammonì scostandola velocemente… rimasi un po’ interdetta, non riuscivo a capire perchè non volesse farsi toccare da me. In fondo sapevo com’era, avendola gia vista nuda e non aveva mai dato segni di imbarazzo. Proprio mentre stavo per riprovarci e dirle qualcosa, lei portò la sua mano sinistra sotto di me, toccandomi proprio lì sopra le mutandine. Quel contatto mi fece sentire chiaramente quanto fossi “eccitata” e non so bene per quale motivo mi fece irrigidire e cercai di chiudere le gambe, ma non vi riuscii in quanto la posizione dei nostri corpi mi impediva quel movimento; lei si accorse del mio tentativo e premette con le dita un po’ più forte.
Ormai avevo perso definitivamente il controllo del mio corpo e della mia testa, cominciai a muovermi su di lei cercando di premere su quelle dita che mi stavano dando piacere. Si fece strada, spostando le mutandine e continuò a toccarmi liberamente senza quella barriera di cotone. Avevo la passerina ormai bagnata fradicia e cominciavo a non sentire più le gambe…, avevo notato che anche lei aveva qualche difficoltà in quella posizione, probabilmente il pensiero di spostarci colse contemporaneamente tutte e due. Io mi sedetti alla sua sinistra e mentre mi appoggiavo allo schienale, ebbi un barlume di lucidità guardando fuori della macchina.Fortunatamente non c’era nessuno ed era abbastanza buio perchè non si vedesse niente neanche dentro, comunque istintivamente mi venne da coprirmi il seno con il braccio. Non feci nemmeno in tempo a rigirami verso di lei che aveva gia portato la sua mano in mezzo alle mie gambe continuando a toccarmi con le sue dita, poi portò la sua bocca sulla mia e ci baciammo. Sarebbe meglio dire che lei mi baciava perchè il mio respiro era talmente affannato che dovevo restare a bocca spalancata, cercando di trattenere la voce che voleva uscire mentre lei continuava a stimolarmi. Più il mio respiro accelerava e più lei si muoveva veloce, o forse era il contrario, ma non ha importanza… la cosa sconvolgente era la perfezione con cui mi sapeva toccare, non solo il modo ma anche i tempi e il ritmo… era tutto fantastico. Improvvisamente sentii mancarmi il respiro e mi lasciai scappare un’esclamazione di apprezzamento, era entrata dentro di me e da quel momento cominciò a penetrarmi ritmicamente in maniera sempre crescente, sempre più velocemente e in profondità finchè non raggiunsi uno degli orgasmi più belli che io ricordi. Quando tornai in me pochi secondi dopo eravamo abbracciate e io la stavo stringendo a me come per impedirle di scappare.
Quando ci ricomponemmo e tornammo sul sedile davanti, la sua prima frase fu “allora.. com’è stato?”
Io sincera al cento per cento le risposi che era stato bellissimo e che anche io avrei voluto farle provare quell’esperienza magnifica.
Lei di riposta mi chiese “ma… meglio con me o …” riferendosi chiaramente all’amica di cui le avevo parlato. Io scoppiai a piangere e l’ abbracciai. Poi lei mi rimproverò “comunque non dovevi farlo senza di me, porcella!” Da come pronunciò quell’ultima frase, capii che era tutto a posto. Non solo, capii anche che ci sarebbero state altre volte come quella e mi sentii improvvisamente molto felice.

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