Pompino e inculata in riva al mare

   11/12/2007
  
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E’ una bellissima giornata estiva ed io sono in vacanza al mare; di primo mattino esco dall’hotel e mi reco subito alla spiaggia.
Comincio a camminare, arrivo agli scogli in fondo e, salendo per un sentierino, esco dalla zona più turistica.
Avanzando, vedo una bella caletta, seminascosta, non frequentata, salvo una donna che intravedo stesa su un asciugamano. Mi guardo in giro, non c’è nessun altro direi. Scendo tra le rocce, attento a non scivolare e a non tagliarmi un piede.
La sabbia giù è calda, ma non tanto, il sole deve ancora fare pieno effetto. Mi avvicino a lei, che mi vede e non sembra scocciata di essere stata disturbata.
E’ stesa a pancia in su, i capelli biondi e mossi le arrivano giusto alle spalle, il viso asciutto, il corpo ben proporzionato, due belle gambe, a occhio circa una terza di seno; addosso un bikini bianco. Mi guarda e mi sorride da terra, voltando il viso verso di me. Le sorrido di rimando. Ci salutiamo.
Mi siedo sui talloni, al suo fianco, la squadro dall’alto. Avrà la mia età, penso.
– Bel posto qui per prendere il sole…
– Sì, è molto tranquillo.
– Già…ma come mai una bella ragazza sta qui tutta sola?
– Mio marito è sempre via per lavoro.
– Ah…sposata? Ti avrei fatta più giovane!
– Sì mi sono sposata presto,forse troppo…
– Capisco…comunque piacere, Lorenzo.
– Piacere, Andreina.
Mi porge la mano, gliela stringo forte, non da farle male, ma da farle sentire la presa solida.
– Starai scomodo così…perché non ti siedi?
Accolgo al volo l’invito, l’asciugamano è grande e lei si sposta di lato, ma sempre le tengo saldamente la mano. Mano che inizio a carezzare appena seduto.
Ci fissiamo negli occhi, castani i suoi ed azzurri i miei. Lei sembra timida, forse remissiva, non regge lo sguardo e lo abbassa.
– Certo che un posto così…strano non lo frequentino nudisti o coppiette…Non passa nessuno.Tu ti sei mai messa nuda sulla spiaggia?
– Ma sono sposata…
– Non hai detto che non ti piacerebbe…e poi, qui, chi ti vedrebbe?
– Tu…
– E sarebbe un problema?
La fisso forte negli occhi, lei abbassa di nuovo lo sguardo.
– In fondo, non credo.
Le carezzo una gamba nuda, sulla coscia, verso l’interno.
– Dai, non ti vergognare…se vuoi, anch’io mi spoglio.
– Ok…
Ci sorridiamo. Ci alziamo, lei si toglie reggiseno e slip, io il costume a pantaloncini.
Lei è completamente depilata, anche sulla figa, alta quasi come me, i capezzoli di media grandezza già dritti. La squadro dalla testa ai piedi. Invece, lei blocca subito lo sguardo sul mio cazzo, già ingrossato, ma non ancora eretto.
Mi avvicino e le riprendo la mano, portandogliela sul mio pene.
Lo carezza e lo stringe in mano, facendolo indurire.
– E’ bello grosso…
Le prendo un capezzolo fra indice e medio, lo tiro e lo strizzo, lo torturo con le dita.
– Inginocchiati!
– Sì…
Ha il cazzo rigido davanti al viso.
– Succhia!
– Sì…
Lo prende in bocca, anzi lo afferra con le labbra e lo ingoia a fondo. Lo assapora gustosamente, leccando e succhiando. Le prendo la testa per i capelli, glielo spingo dentro a fondo, la cappella le arriva in gola, ma ancora non tutti i 20cm sono dentro la sua bocca. Spingo dentro e la soffoco di cazzo.
– Da adesso…tu sei la mia troia ed io il tuo padrone…capito?
– Ffìì pafrone…mmmmffffff…
– Insalivalo per bene, puttana…che so io poi come trattarti
La scopo in bocca, muovendo il bacino, mentre lei si tocca la fica, che sicuramente è già fradicia e bollente.
– Troia…
Mi stacco, lei rimane a bocca aperta a riprendere fiato, non gliene lascio il tempo e la soffoco di nuovo coll’uccello, quindi ancora mi stacco ma sempre tenendole salda la testa per i capelli.
– Ora ti metterai a pecorina, ok?
– Sì…
– Come si dice? Chi sono io?
– Sì padrone…
– Brava. Ma ora pregami di scoparti, di’ quanto ne hai bisogno e che sei solo una cagnetta in calore bisognosa di cazzo.
– Ti prego, padrone, scopami…ho bisogno del tuo cazzo…sono una cagnetta in calore…
– Mettiti in posizione, dandomi il culo.
Si gira e si mette a pecorina, il culo e la figa sono oscenamente esposti alla mia visione e tremendamente indifesi di fronte al mio cazzo eretto e duro come l’acciaio.
Pianto le gambe ai suoi fianchi e abbasso il bacino.
La cappella le preme sull’ano, spinge ed apre il suo buchetto roseo e stretto, si fa strada a forza, non ho ritegno nell’incularla.
– Aaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!
– Troia…ora lo senti il cazzo del tuo padrone!
– Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh…sssìììììììììììì…!!!!!!!!!!!
Spingo lentamente ma con forza, la cappella è entrata ed ora tocca all’asta del mio cazzo, che faccio scivolare giù dentro, spingo, sento il culo aprirsi e rompersi…e lo sente anche lei.
– Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!! Aaaaaaaaaaaahhhhhhh!!!!!!!!!!
Le affondo il cazzo tutto dentro, con un ultimo vigoroso e doloroso colpo. Lo sente arrivare diretto dal culo al cervello, rimane senza fiato e devi aggrapparsi all’asciugamano per non crollare. Il suo culo è rotto e sfondato, ancora stringe il mio cazzo, ma si sente che è meno teso.
– Senti che culo sfondo che hai troia…te l’ho aperto per bene…il tuo padrone ti ha proprio sfondata, sei una troia rotta in culo adesso!
– S-s-s-sì-ì pad-padrone…
– E ora…vediamo come godi ad essere cavalcata,puttana che non sei altro…
Comincio ad andarle su e giù nel culo, forte e affondandole gran colpi nelle budella, le mie palle le sbattono sulla figa al ritmo della mia selvaggia scopata. Il mio cazzo scorre durissimo e gonfio nel suo culo sfondato, su e giù, con colpi ritmati e potenti. Me la inculo violentemente e con molto gusto…mio e suo.
La troia gode di già, la sento scuotersi sotto di me, un po’ per i miei colpi che la stanno trapanando, un po’ per il violento orgasmo che le ha dato l’essere violata nel culo. Dolore e piacere le scorrono dal buco rotto fino al cervello, che provvede a trasformare anche il dolore in piacere per lei. E’ proprio una gran bella troia questa Andreina.
Le do ancora qualche colpo, più forte e veloce, voglio godere anch’io e in un modo ancora più porco. Le trapano brutalmente il culo, su e giù come il pistone d’una macchina, a fondo tutti i miei 20cm grossi e rigidi dentro il suo ano sfondato e in fiamme.
Poi mi stacco. Velocemente le vado davanti. Lei sta già crollando, per il piacere ed il dolore. Con un piede le sposto una spalla in modo da farla girare sulla schiena. Lei si accascia sull’asciugamano, guardandomi con occhi stanchi, ma pieni di goduria.
– Sì padrone…ho il culo rotto e sono la tua troia.
Mi siedo sul suo viso, e le infilo l’uccello duro in bocca. Sa di cazzo e di culo insieme. Glielo faccio gustare e assaporare a fondo.
– Zitta puttana…sei una gran bella puttana sai? E hai un gran bel culo sfondo…ma ora zitta e bevi!
Le vengo con gran fiotti di sborra, seduto sul suo viso, il mio culo sulla sua fronte, le palle sul naso ed il cazzo infilato fino in gola. Godendo mi lascio andare giù, spingendole ancora di più il cazzo dentro, e costringendola ad ingoiare tutta la mia calda e copiosa sborra per non soffocare. Dopo gli ultimi schizzi nel suo cavo orale, le rimango in bocca col cazzo ancora duro.
– Pulisci bene troia…assaporati bene il mio cazzo, il tuo culo e la mia sborra, tutti insieme nella tua bocca
Fa un lavoretto ottimo, pulisce ogni centimetro di pelle del mio cazzo, lo tira a lucido finché non si ammoscia.
Mi tolgo da lei. E’ ora di andare.
Lei è spossata, ma ora è la mia troia. Mi faccio dare telefono e indirizzo: purtroppo il mattino dopo torna a casa, ma scopriamo di abitare nella stessa città.
La faccio rivestire con il solo camicione che aveva usato per venire in spiaggia, un vestito leggero e quasi trasparente, molto corto sulle gambe, la lascio nuda sotto tenendomi il suo costume come ricordo. La obbligo a tornare in albergo così, meglio se mostrerà le sue oscene grazie per strada o agli altri clienti o agli inservienti, è solo la mia troia. Ci baciamo prima di lasciarci e ci salutiamo certi di rivederci presto.

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